Carissimi e carissime tutte,
è sempre una gioia poter condividere un po’ di tempo con voi ! Proprio per questo inizio con il chiedervi scusa per il mio lungo silenzio e la scarsità di notizie con cui vi ho raggiunto… Cercando di riprendedere il filo del nostro dialogo – che comunque, per altre vie meno visibili, è stato ininterrotto e fecondo – desidero riassumervi in questa lettera alcuni dei nostri progetti di pastorale sociale, di promozione umana e di consolazione, che viviamo a Dianra. Credo importante entrare anche in qualche dettaglio perché, se riusciamo a realizzare quanto vi racconto e se continuamo a sognare di poterlo continuare, è anche grazie al contributo e al sostegno di tutti voi che mai ci è mancato.
In questa condivisione mi limiterò a due ambiti che assorbono gran parte di questo impegno, anche se non lo esauriscono. Ambiti che, come potrete immaginarvi, sono di vitale importanza… spesso nel senso letterale del termine: il mondo dell’educazione e quello della sanità.
Per quanto riguarda il primo ambito, è inutile ricordarvi e sottolineare che tutta la nostra missione, ed anche il nostro impegno di evangelizzazione diretta, si inserisce sempre e comunque in un orizzonte educativo. La nostra regione del Worodougou-Béré (alla fine vi allego una cartina da me modificata e annotata) è quella che conta la più alta percentuale di analfabetismo di tutta la Costa d’Avorio. Ecco alcune coordinate della situazione generale basate su un rapporto UNICEF del 2008 e che, nonostante i miglioramenti di questi ultimi anni, riassume bene la nostra realtà:

« In Côte d’Ivoire il tasso netto d’iscrizione alla scuola primaria è del 62% per i bambini e del 50% per le bambine. Il tasso di alfabetismo fra gli adulti è del 48% (60% per gli uomini, 38% per le donne). Questo quadro, di per sé drammatico, assume le sue proporzioni reali quando si tiene in conto quest’altro dato molto significativo: solo il 55% dei bambini sono registrati alla nascita ».

Per questi motivi i missionari della Consolata, fin dal loro arrivo a Dianra nel 2001, hanno iniziato un progetto di alfebetizzazione serale che si sempre più esteso mettendo piano piano radici più profonde (anche se non mancano delusioni e difficoltà). Quest’anno abbiamo 3 nuovi villaggi che desiderano aderirvi (Kafigué, Tomikro e Faraba) e che si aggiungono ai nostri 3 centri di Dianra Préfecture, Dianra Village e Sononzo Carrefour. Per quanto riguarda questo progetto, i bisogni vanno soprattutto nella direzione di elettrificare con pannelli solari i luoghi in cui si effettuano i corsi, di mantenere le istallazioni già presenti che presentano costi di manutenzione non sempre facili da gestire (anche per la difficoltà di trovare persone capaci di riparare il tutto e per le distanze che bisogna percorrere per trovare il materiale necessario e di qualità) e, in alcuni casi, di prevedere nuovi luoghi adatti per accogliere i corsi serali. Inoltre, alla fine di ogni mese, affinchè i giovani animatori dei corsi possano beneficiare di un “incentivo” al loro impegno, bisogna sempre arrotondare quanto riceviamo dalla modesta partecipazione che chiediamo agli iscritti ai corsi. A questo si aggiungono i costi per il materiale didattico per gli insegnanti e per lo svolgimento regolare dei corsi (per esempio i gessi, i sussidi e le guide pedagogiche, i libri di testo, etc.). Quest’anno abbiamo anche lanciato una campagna per l’integrazione ai corsi delle nostre donne la cui quasi totalità è completamente analfabeta. Per loro dovremo adattare orari e giorni, ma speriamo che la risposta ci incoraggi a continuare la sensibiliazzazione in questo senso. Sempre per quanto riguarda l’ambito educativo, un altro aspetto in cui cerchiamo di incoraggiare, appoggiare e sensibilizzare è quello della scolarizzazione. Non abbiamo un vero e proprio progetto di “adozioni a distanza” (verso le quali, personalmente, non nutro una simpatia particolare…), ma un fondo che alimentiamo con donazioni libere e che utilizziamo nei mesi di settembre ed ottobre per aiutare le famiglie più in difficoltà nell’iscrivere e fornire del materiale scolastico i loro numerosi figli. Essendo la nostra una zona rurale, si tratta per lo più di famiglie di contadini che proprio nei mesi dell’inizio dell’anno scolastico si trovano nel periodo più duro di attesa dei nuovi raccolti e di “esaurimento scorte” (in denaro e in… viveri). Nelle prossime settimane potrò farvi un bilancio delle famiglie e dei ragazzi e bambini appoggiati (grazie a voi!) come anche del denaro utilizzato in quest’inizio di anno scolastico 2015-2016.

Per quel che riguarda il mondo della sanità, come in molti già sapete, sono l’amministratore (inesperto) di un dispensario in crescita. L’impegno dei missionari in questo mondo così entusiasmante, contraddittorio, difficile ed affascinante allo stesso tempo è iniziato negli anni della ribellione e della guerra nei quali la nostra regione – non essendo più sotto il controllo governativo – era in mano alle forze ribelli e praticamente abbandonata. I segni e le conseguenze di quest’abbandono hanno generato ferite profonde, allargato il fossato della diseguaglianza tra nord e sud del paese, favorito ogni tipo di speculazione sulla vita umana, avvantaggiato uomini senza scrupoli e – ovviamente – moltiplicato morte e sofferenze dei più poveri e dei più deboli. Attualmente la situazione sta cambiando in meglio ed io mi trovo a gestire i frutti dell’impegno generoso e a volte eroico di chi ci ha preceduto. Una grande responsabilità, a cui si unisce una mia forse innata predisposizione a buttarmi in questo ambito… Attualmente il dispensario sta crescendo in varie direzioni. Innanzittuto a livello di strutture: la maternità è in costruzione e quasi terminata, un laboratorio analisi dovrebbe essere anch’esso una realtà prima della fine dell’anno e finalmente il medico, l’infermiere e l’ostetrica possono tutti e tre avere una casa all’interno dello spazio della nostra modesta struttura sanitaria. Come potete però facilmente immaginare, le costruzioni in cemento sono la sfida minore e più banale: ciò che veramente conta è avere un’équipe sanitaria motivata, eticamente e deontologicamente esemplare, affiatata e onesta. Un’équipe che abbia a cuore la persona del malato e la sensibilizzazione della nostra gente così restia ad affidarsi alle cure della “medicina moderna”. Anche perché troppo spesso i dispensari e presidi sanitari (pubblici e non) sono luoghi in cui si guarda solo alla tasca del malato: una tasca da svuotare e depredare, approfittando dell’analfabetismo, dell’ignoranza, della povertà e dell’ingenuità dei più deboli… Ecco, in sintesi, alcuni dei progetti legati al nostro dispensario e alla nostra realtà:
a. Prossimità alla popolazione nella nostra area sanitaria: il distretto sanitario, con il quale siamo in ottima collaborazione e da cui dipendiamo, ci ha affidato 11 villaggi. Mensilmente desideriamo visitarli con regolarità, per le vaccinazioni, le consultazioni prenatali e campagne di sensibilizzazione e prevenzione, oltre che per avvicinare loro i servizi del centro, come la nostra farmacia. Ciò significa che in ogni villaggio dovremmo ”reclutare” e formare una persona di fiducia che diverrebbe la nostra antenna in mezzo alla popolazione. Inoltre, vorremmo poter costruire almeno una piccola tettoia e un piccolo magazzino da riservare alle nostre visite e che sarebbe come un presidio sanitario nel villaggio. Il centro, per il momento, dispone di una sola moto e, volendo moltiplicare le visite e le unità mobili, dovremmo procurarcene un’altra.

b. Incentivo alle consultazioni prenatali e al parto alla maternità: molto bassa è la frequentazione della maternità in rapporto al numero di parti nella zona che ci è affidata. Molte donne partoriscono in casa o in “cliniche” dove persone senza scrupoli si fanno passare per operatori sanitari causando più danni (spesso mortali) che altro. Inoltre moltissime gravidanze sono a rischio perché non sono oggetto di alcun tipo di accompagnamento: le donne non vengono alle consultazioni, non si vaccinano né fanno poi vaccinare i loro figli… Ecco che allora abbiamo pensato di incentivare la frequentazione del centro ed il ricorso ai servizi sanitari che possiamo offrire anche con il sostegno della sanità pubblica (i vaccini sono gratuiti) offrendo al momento del parto alle mamme ed ai neonati dei piccoli doni (un sapone per il corpo, un sapone di Marsiglia, qualche abitino per il neonato). In questo senso un grande grazie va all’Associazione “Piccole stelle d’Africa” che ci sostiene e che ci ha permesso di iniziare questo progetto (consultate il sito www.piccolestelledafrica.org).

c. Malnutrizione: visitando con regolarità i nostri villaggi, ci rendiamo conto della presenza di bambini malnutriti, spesso più per la negligenza e ignoranza (in senso letterale) dei genitori e delle famiglie che per mancanza reale di possibilità di offrire una nutrizione migliore. Ma quale povertà maggiore dell’incoscienza e dell’incapacità di valorizzare le proprie risorse per metterle al servizio dei propri figli? Ecco che allora un progetto di sensibilizzazione sull’importanza della nutrizione infantile e le sue componenti, come anche di appoggio e sostegno con medicinali e cibo per integrare la dieta domestica ci sembra abbastanza urgente. Proprio in questi giorni una fondazione americana ha approvato una nostra domanda in questo senso e nelle prossime settimane potremmo iniziare questo tipo di servizio ai nostri fratellini malnutriti e alle loro mamme!

d. Formazione del personale: una delle priorità del nostro centro non può che essere proprio la formazione della sua équipe. Già sosteniamo tre giovani (due ragazze ed un ragazzo) nel percorso di formazione per diventare operatori sanitari che poi lavoreranno nel nostro dispensario. Due sono al terzo ed ultimo anno (Serge e Adèle) ed una al secondo (Thérèse). Qui, però, mi riferisco alla formazione permanente, alla partecipazione ad eventuali corsi di aggiornamento come anche all’eventualità della loro organizzazione in loco chiamando esperti e persone qualificate o anche solo mettendo a disposizione del nostro medico una biblioteca di base ben equipaggiata per preparare lui stesso, mensilmente e secondo un programma stabilito, gli incontri per il personale. In questo ambito, come potrete immaginare, vorrei investire molto di più perché soltanto persone qualificate possono rendere un servizio di qualità.

e. Acquisto medicine e sostegno del personale: uno degli obiettivi della nostra gestione e dell’amministrazione di cui sono attualmente il responsabile, è quello di poter rendere il centro sostenibile in loco con le sue proprie risorse e le entrate legate alle sue attività. Ma non potremmo trasformare il nostro servizio in business senza tradire il senso di ciò che siamo, viviamo e desideriamo offrire… Ecco allora che i prezzi dei nostri servizi sono simili a quelli del servizio pubblico e a volte anche inferiori, con la piccola differenza che noi non riceviamo alcun sussidio da parte dello stato… Ciò che ci permette di avere un po’ di respiro (ma non riuscendo ancora ad essere autosufficienti) è il servizio di farmacia con la vendita di medicine, anch’esse a prezzi inferiori delle altre farmacie. Se ricevessimo sussidi e aiuti per il loro acquisto, ciò renderebbe tutto più facile e potremmo anche aumentare sensibilmente i salari – cosa che, comunque, l’anno prossimo farò in maniera ancor maggiore che quest’anno… nonostante tutto. In questo senso, una delle nostre speranze per il prossimo anno è l’integrazione nell’amministrazione pubblica almeno nostro medico, che così sarebbe non più pagato dal centro ma dallo stato. Lo stesso speriamo per l’ostetrica e per almeno un altro infermiere (da giugno ne abbiamo uno mandato dal distretto sanitario e che si sta integrando abbastanza bene). Attualmente il centro assicura il salario ad un medico, un’ostetrica, tre operatori sanitari ed offre un piccolo incentivo a due giovani in stage, all’infermiere mandato dallo stato e ad una signora che viene un paio d’ore al giorno per assicurare la pulizia dei locali.

Carissimi, mi rendo conto che mi sono dilungato un po’, ma vi dovevo questa condivisione. So di aver toccato soltanto alcune ricadute del nostro esserci, come missionari della Consolata, in questo stupendo paese che ci accoglie… Rimando alle prossime puntate altri approfondimenti per meglio contemplare e servire insieme la stupenda, poliedrica ed entusiasmante realtà della missione! Della nostra missione a Dianra… Ve lo assicuro: “la missione racconta” continuerà…
Ancora grazie per la vostra amicizia, la vostra preghiera ed il vostro sostegno che mi e ci accompagnano nel quotidiano donarci alle persone che ci sono affidate e che amiamo. E con le quali desideriamo condividere il Vangelo e tutta la nostra vita…
A presto,vostro Matteo

mappa-dipartimentoNB:
ho evidenziato in giallo la regione del Béré che ha come capoluogo Mankono.
Il nostro Dipartimento/Prefettura di Dianra comprende due Sottoprefetture: Dianra e Dianra Village (che coincidono con le nostre due parrochie).
L’estensione della Prefettura è di 3.009 km2 e la popolazione di circa 100.000 abitanti (dati del censimento del 2014).